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Metti il Marketing al centro del tuo business.

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Il marketing è una particolare disciplina che aiuta a identificare i bisogni dei Clienti, a creare uno o più prodotti che servono a soddisfarli e a pianificare opportune strategie di comunicazione che servono a spingere il consumatore finale non solo all'acquisto, ma anche alla fidelizzazione. Il suo obiettivo è quindi la massima remunerazione del capitale iniziale investito dall'azienda attraverso la realizzazione di beni di consumo che siano effettivamente graditi al mercato e che aiutino sempre più a creare una forte brand identity ben precisa e riconoscibile offline e online.

Philip Kotler è da sempre identificato l'inventore del marketing, ed è proprio a lui che si deve oggi la suddivisione di questa disciplina in tre macro - categorie:

  • marketing analitico: è quello che si occupa dell'analisi, ovvero un momento imprescindibile e fondamentale in quanto sarà poi in base ai dati raccolti durante lo svolgimento della fase analitica (analisi della concorrenza, del target di riferimento, del mercato in cui si opera, etc) che verranno elaborate successivamente le strategie operative.
  • marketing strategico: rappresenta la parte nella quale si vanno a definire le strategie che concorreranno non solo allo sviluppo delle vendite, ma anche (e soprattutto) alla fidelizzazione della clientela.
  • marketing operativo: è la parte pratica del marketing e si basa sulle famose quattro P (prodotto, prezzo, promozione e punto vendita, inteso non solo come organizzazione della rete vendita, ma anche come gestione fisica dello store. 

Lo strumento principale del marketing è il piano marketing ed è proprio da questo prezioso e indispensabile documento che si deve partire per poter riuscire ad arrivare davvero  alla piena remunerazione del capitale iniziale. 

Come si realizza un piano marketing?

Si parte prima di tutto dalla suddivisione pensata da Kotler che va a distinguere la fase analitica, da quella strategica e da quella operativa.

Nella parte analitica si fanno rientrare comunemente tutte quelle analisi che occorrono per riuscire a capire qual'è il punto di partenza aziendale. Questa prima fase comprende l'analisi del proprio prodotto che viene spesso effettuata attraverso la sua scomposizione in caratteristiche specifiche che sono utili per capire quali sono i suoi punti di forza e di debolezza. Si procede poi con l'analisi del target di riferimento (Buyer Personas) ossia si va ad individuare e definire chi sono e cosa desiderano coloro che potrebbero acquistare un nostro prodotto o servizio.

Anche questa è una fase molto importante in quanto permette di conoscere e comprendere quali sono le abitudini e le preferenze del target aziendale di riferimento per poter  pianificare le migliori strategie di comunicazione. Infine, non va mai tralasciata l'analisi della concorrenza che deve essere un punto di riferimento per impedire ai diretti competitor di portarci via clienti già acquisiti o potenziali. 

In base alla mole di dati raccolti durante la fase analitica, si passa a quella strategica che serve per pianificare a tavolino le strategie e le azioni più corrette per riuscire a catturare l'attenzione e l'interesse dei consumatori.

Infine, nell'ultima fase viene reso operativo ciò che a monte si è stabilito, concentrandosi soprattutto sulle eventuali modifiche e migliorie da apportare ai prodotti prima del loro ingresso  definitivo sul mercato.

Come si è evoluto il marketing negli ultimi anni?

Marketing 3.0. è un'espressione diventata oggi sempre più di uso comune e indica l'ultimo stadio evolutivo del marketing. Kotler individua nella storia del marketing tre principali fasi di sviluppo:

  • il marketing 1.0. quello focalizzato principalmente sul prodotto, nato nell'era industriale. Il suo obiettivo era vendere i prodotti appena usciti dalle fabbriche a chiunque fosse stato disposto ad acquistarli.
  • il marketing 2.0. nasce e si sviluppa nell'era moderna dell'informazione e delle tecnologie di comunicazione multimediali. Il consumatore assume sempre più un ruolo consapevole e il marketing in questo particolare periodo storico ha il compito di segmentare il mercato contribuendo a migliorare lo sviluppo del prodotto finale per poter raggiungere sempre più la piena soddisfazione dei clienti.
  • il marketing 3.0. si diffonde nei primi anni del 2000 ed è ancor'oggi all'opera. Le aziende, oltre alla soddisfazione del Cliente, mettono al centro della loro attività mission, vision e valori che riguardano e influiscono su un ecosistema molto più ampio della normale clientela.

I passaggi da un modello di marketing all'altro segnano inevitabili cambiamenti avvenuti nel corso degli anni sia nel modo di produrre che nel modo di approcciarsi con il consumatore finale.

Il mercato 1.0. è quello fordista, in cui tutta l'attenzione è incentrata sul prodotto e sono i clienti a doversi adattare per forza di cose ad esso. Il mercato 2.0. è invece quello che mette al centro lo studio e l'analisi dei clienti. Il marketing inizia a studiare i target e le loro principali scelte d'acquisto puntando a modificare i prodotti proprio in funzione di queste nuove scelte. Questo modello è stato potenziato enormemente dall'avvento delle piattaforme social network che hanno reso la comunicazione con la clientela più snella, semplice, immediata e, soprattutto, bilaterale.

Ed è proprio da questo cambiamento epocale da parte dei consumatori, oltre che dalle conseguenze della crisi economica mondiale, che nasce il concetto di marketing 3.0. 

Oggi i clienti sono sempre più consapevoli delle proprie scelte d'acquisto ed hanno sempre più spinto e influenzato le imprese ad adattarsi alle loro consapevolezze.

Rispetto ai modelli precedenti, il marketing 3.0. si basa su tre principi generali:

  • se continuiamo a sviluppare prodotti senza preoccuparci troppo degli effetti provocati da questi sul mondo, un giorno potrebbe non esserci più nessuno disposto e interessato ad acquistarli;
  • trasferire il fulcro della propria produzione e vendita all'estero rappresenta un modo per non risolvere i problemi, ma solo spostarli da un'altra parte;
  • se è vero che ogni impresa opera e cresce in una precisa realtà territoriale, è altrettanto vero che nessuna impresa può oggi sottrarsi dal voler contribuire al mantenimento e allo sviluppo della realtà stessa.

In questo particolare contesto, sviluppare un nuovo modello di business o ripensarne uno già avviato diventa sempre più un imperativo dettato dai vari e repentini cambiamenti in atto. Certo, non si tratta affatto di un percorso semplice, e molte realtà imprenditoriali oggi lo percorrono nella direzione sbagliata.

La maggior parte delle imprese continua a focalizzare la propria attenzione sulle caratteristiche tecniche dei prodotti o servizi che vendono, senza rendersi conto che in questo modo mettono completamente da parte tutto il mondo dei valori accessori (aspetti culturali, ambientali, sociali, storici, e così via) che motivano il cliente a voler preferire un prodotto rispetto a quello di un altro. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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OK!Trade

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Il CRM si articola comunemente in 3 tipologie:
1. CRM operativo: soluzioni metodologiche e tecnologiche per automatizzare i processi di business che prevedono il contatto diretto con il cliente.
2. CRM analitico: procedure e strumenti per migliorare la conoscenza del cliente attraverso l'estrazione di dati dal CRM operativo, la loro analisi e lo studio revisionale sui comportamenti dei clienti stessi.
3. CRM collaborativo: metodologie e tecnologie integrate con gli strumenti di comunicazione (telefono, fax, e-mail, ecc.) per gestire il contatto con il cliente.

L'errore più comune in cui ci si imbatte quando si parla di Customer Relationship Management è quello di equiparare tale concetto a quello di un software. Il CRM non è una semplice questione di marketing né di sistemi informatici, ma riguarda l'azienda e la sua visione nel complesso; il CRM è un concetto strettamente legato alla strategia, alla comunicazione, all'integrazione tra i processi aziendali, alle persone ed alla cultura, che pone il cliente al centro dell'attenzione sia nel caso del business-to-business sia in quello del business-to-consumer. Le applicazioni CRM servono a tenersi in contatto con la clientela, a inserire le loro informazioni nel database e a fornire loro modalità per interagire in modo che tali interazioni possano essere registrate e analizzate. Prima di seguire la strada del CRM ogni azienda deve essere consapevole che:

a. bisogna investire prima in strategia, organizzazione e comunicazione, solo dopo nella tecnologia. La scelta del software non ha alcun effetto sulla probabilità di successo. Ciò non implica che i software siano tutti uguali, ma significa solo che nessun software porterà al successo un progetto sbagliato.

b. il CRM non è adatto a quelle aziende che cercano un ROI veloce. Il processo di fidelizzazione e l'aumento del Life Time Value (LTV) dei clienti richiede del tempo.

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