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Blocco dello scrittore? Acqua passata. Ecco perché

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Scrivere è un'operazione certamente complessa, a volte insidiosa. Il famoso blocco dello scrittore è la regina delle insidie, ma non riguarda solo il romanziere. Se non possedete delle tecniche per uscirne rischiate di buttare la giornata e se il vostro obiettivo è diventare un buon copy writer questo non potrete permettervelo. Non affidatevi all'ispirazione. Fatalmente vi darà buca.

Gli americani, che quando si tratta di business writing non sono secondi a nessuno, utilizzano una tecnica di scrittura, tanto semplice quanto efficace, basata su 3 passaggi chiave. Vediamoli uno ad uno.

1. Pre-writing: il topo da biblioteca che è in noi

Il pre-writing è il lavoro preparatorio sull'argomento che andrete ad affrontare, non importa quanto lontano dai vostri interessi: un buon comunicatore dev'essere in grado di far arrivare comunque il messaggio. Dovrete fare ricerche, consultare libri, siti web, blog; andare a spulciare sui social, guardare qualche video.

Dovrete insomma documentarvi il più possibile (senza esagerare: non c'è così tanto tempo!) e pianificare a grandi linee il vostro percorso di scrittura.

2. Free-writing: parole a rotta di collo

Il free-writing è la fase cruciale. Non ci sono regole, solo eccezioni, ma ad un patto: dovete scrivere in apnea per almeno 5 minuti, senza mai staccare le dita dalla tastiera (o dal foglio la penna, se preferite), infischiandovene completamente di sintassi, grammatica, ortografia, logica, coerenza. Lasciatevi trasportare dal flusso di pensieri ed esaurite il concetto sul quale state lavorando. A questo punto interrompetevi e fate una breve pausa. Non preoccupatevi, non perderete la concentrazione, l'importante è non fermarsi nel bel mezzo della scrittura (spegnete quel cellulare!!!).

Bene. Tornate a scrivere e lavorate su un'idea alla volta. Quando avete terminato, controllate i vostri appunti e se non avete nulla da aggiungere prendetevi un'altra pausa. Più lunga questa volta. Tè? Caffè? Sigaretta? Ok, vi siete riposati abbastanza. Richiamate i cani, la caccia è finita, ora si lavora di fino.

3. Re-writing: l'importante è comunicare

Eccoci al re-writing, la terza fase, quella che tramuta il vostro poema epico sulla scrittura creativa in un articolo con un inizio, un centro, una fine. Un testo che da caotica massa di pensieri, aforismi improbabili, neologismi impubblicabili diventi una struttura chiara, organica, coerente: una forma compiuta di comunicazione. Munitevi allora di machete e tagliate senza pietà tutto ciò che non vi convince, tutto ciò che vi suona ridondante, eccessivo: avrete trattenuto il meglio. Non fatevi remore a sacrificare la "bella frase": è l'obiettivo finale che conta e cioè che il vostro lettore vi legga e capisca cosa avete scritto!

Una volta sfrondato il testo cominciate a smontare il giocattolo. Spostate periodi se ci guadagnate in chiarezza; accorciate o allungate alcune frasi se lo ritenete opportuno; aggiustate il ritmo. Poi concentratevi sulla sintassi, l'ortografia, le ripetizioni, le incongruenza. Correggete, correggete, correggete.

E per concludere...

Quando sarete ragionevolmente soddisfatti del risultato leggete a voce alta: scoprirete cose che gli occhi non avevano visto o registrato: cacofonie, periodi contorti, virgole mancanti che vi costringono a ricorrere alla bombola d'ossigeno per arrivare incolumi alla fine del periodo (uff!).

Rifletteteci, avete imparato a leggere all'età di 6 anni. Siete ormai ottimi lettori, giusto? Ma come ascoltatori siete imbattibili: riconoscevate i suoni ancor prima di nascere. Ascoltate il vostro testo, la vostra voce che scorre lungo le frasi, fermatevi se occorre e aggiustate: il risultato è garantito!

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